sabato 6 ottobre 2007

"Desidero idealmente benedire tre progetti, per i quali vi state prodigando, e che proiettano “fuori dal cenacolo” i gruppi e le comunità del Rinnovamento nello Spirito con generoso slancio missionario. Mi riferisco, anzitutto, al sostegno che state fornendo all’Implantatio Ecclesiae in Moldavia, […], costituendo una comunità missionaria legata alla diocesi di Chisinau"
(Giovanni Paolo II del 14 marzo 2002, in occasione dell’udienza privata ai leader del Rinnovamento nello Spirito Santo)


E’ degna di lode l’iniziativa di una “Pesca di Beneficenza” organizzata, durante la Festa della Santa Croce, dal Rinnovamento nello Spirito (RnS) di Sant’Onofrio con la finalità di sostenere la poverissima Chiesa Moldava che non riesce a far fronte all’assistenza di tanti poveri che bussano alla porte delle poche comunità parrocchiali esistenti.

Ancor più degna di lode è la risposta che i tanti santonofresi e le persone di passaggio che, in quei giorni sono stati presenti nella nostra piazza, hanno riservato a questa iniziativa.


Ben 1270,00 € è stato il frutto di questa proposta che ha visto l’interessamento della gente semplice che, con la luce negli occhi e la certezza che “Chi fa la carità al povero fa un prestito al Signore che gli ripagherà la buona azione” ( Pr 19,17), si avvicinava allo stand.

Lo Spirito Santo provoca “miracoli e segni” che fanno sperimentare la forza della carità che ha mosso tutti a fermarsi con generoso slancio. Attualmente la Chiesa in Moldavia è composta da 15 sacerdoti, 25 suore, 15 seminaristi e il Vescovo che la guida, mons. Anton Cosa. La Chiesa Moldava manca di strutture di accoglienza per i tanti bisognosi e per i fedeli laici, tuttora assai deboli sotto il profilo della tradizione culturale cristiana e bisognosi quindi di interiorizzare la dimensione spirituale della fede in Gesù e le diverse forme di partecipazione alla vita ecclesiale.. È una diocesi costituita da poco, vicino all’Italia, manca anche del supporto di “vangeli e di catechismi”, nonostante siano passati duemila anni dal mandato di Gesù di “portare il Vangelo fino agli estremi confini della terra”. Sono necessari quindi molti interventi caritativi per cui coloro che volessero contribuire e inviare un’offerta possono farlo tramite il conto corrente postale n°97329007
intestato a:

Associazione RnS
via degli Olmi, 62
00172 ROMA


Specificando la causale:  “Progetto Chiesa Moldava” 

Articolo inviato dal Rinnovamento dello Spirito di Sant'Onofrio

venerdì 5 ottobre 2007

fonte: Corriere.it 

Un viaggio nella 'ndrangheta, la mafia più potente e sconosciuta

MILANO - A Lamezia Terme erano in quattrocento mercoledì, nel corso principale , giovani e meno giovani con il sindaco Gianni Speranza. In piazza per sentirsi raccontare una storia che sembra un film ma che per loro è vita quotidiana. Una storia per cercare di capire come si muove la nuova n'drangheta, «la Santa»: la mafia più forte del mondo, quella più potente e pericolosa ma anche paradossalmente la meno conosciuta. Una mafia che ormai non è più una realtà e un problema solo della Calabria, ma dell'Italia e dell'Europa. A prescindere dalla strage di ferragosto a Duisburg, in Germania, che ha prepotentemente riportato sulle prime pagine dei giornali di mezzo mondo la «Santa», la mafia che per comandare ha scelto il basso profilo.

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giovedì 4 ottobre 2007

Eolo è la prima autovettura ad aria compressa inventata da Guy Nègre e la cui produzione è stata prevista da parte della MDI; quest'ultima, a sua volta, ha ceduto la licenza per la costruzione e la commercializzazione della stessa ad altre società, ad esempio in Italia alla Eolo Italia. Fu presentata nel 2001 al Motorshow di Bologna.

Eppure.....

Circolano da moltissimo tempo (alcuni anni) appelli diffusi tramite e-mail che parlano di Eolo, un'auto ad aria compressa che avrebbe dovuto rivoluzionare il mercato automobilistico con il suo sistema di propulsione ultraecologico ma che è misteriosamente scomparsa dalla scena. C'è chi ipotizza complotti da parte di chi non avrebbe interesse a liberarci della dipendenza dal petrolio.

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lunedì 1 ottobre 2007

sabato 29 settembre 2007









In piazza stamattina abbiamo raccolto alcuni commenti sulla serata di ieri sera. Giudizi molto positivi per tutti i musicisti di ieri sera nonostante la mancata partecipazione della gente di Sant'Onofrio.

Come staff di Melissandra.it volevamo ringraziare personalmente tutti i ragazzi che hanno allietato la prima serata della festa. In ordine sono:

Voce VASCO & Basso: Antonio LAMPASI
Voce Ligabue: Eddy PURRONE
Chitarra elettrica/acustica: Domenico MANTEGNA
Chitarra elettrica: Nazzareno MANDUCA
Tastiere: Giuseppe BORAGINA
Batteria: Piero GUGLIOTTA
Collaboratore di palco: Davide D'AMICO

foto inviate da: Rosalba
Bella mattinata qui a Sant'Onofrio. Svegliati dai fuochi d'artificio alle 8 in punto e in attesa del concerto di questa sera, in cui sarà impegnato Gregorio Ferito con la cover di Eros Ramazzotti, ci godiamo questo sole allietati dalla banda e dalle zampogne.

venerdì 28 settembre 2007

Il primo pensiero che ci è venuto in mente, uscendo in piazza questa sera è stato: "Ma che fine ha fatto la gente?" Dov'è finita tutta quella bella gente che popolava numerosa le strade e soprattutto la piazza durante questo periodo di festa? Penso che la frase giusta sia stata quella pronunciata dal cantante "Antonio Vasco"....senza parole!!!

Qualcuno potrebbe dire che la gente vuole il cantante grosso. Ma li avete sentiti cantare e suonare questi ragazzi? Assolutamente fantastici, e non è sola una nostra opinione. Hanno vinto numerosi premi e girano in tanti posti, sono veramente bravi e tra di loro c'è anche il nostro compaesano Mantegna che ha dimostrato ancora una volta di essere un grande chitarrista.

Poca, anzi pochissima la gente che c'era in piazza. E quella che c'era....beh, ormai ci siamo abituati a non sentire applausi o a vedere gente che sta a 100 metri di distanza dal palco, come se fosse un crimine avvicinarsi, cantare o applaudire gli interpreti che cercano ovviamente di dare sempre il massimo.

Sarebbe bello sentire i commenti su questo argomento, discutere di quello che sta succedendo alla gente del nostro paese, ai nostri giovani. Questo sarebbe davvero un bell'argomento di discussione. Ma siamo sicuri che questa volta i commenti saranno ben pochi, e non cosi numerosi come quelli del periodo delle elezioni, o per parlare delle cose che non vanno sul sito e delle foto che non pubblichiamo.

Alla fine, un paese è fatto dalla gente. Non possiamo aspettare che siano sempre gli altri a fare le cose, perchè anche gli altri pensano la stessa cosa e di questo passo non si fa niente. Il nostro invito è rivolto soprattutto ai giovani che leggono queste modeste parole. Voi siete il futuro del paese. Voi siete il futuro paese. Non nascondetevi e non lasciate che il paese si spenga. Partecipate alle varie manifestazioni, belle o brutte che siano.

Buona festa della Santa Croce a tutti e complimenti davvero ai ragazzi. Bravo Domenico

giovedì 27 settembre 2007

Alcuni pensieri di un grande Santo, quale è stato Giuseppe Moscati, che ho trovato in giro su internet, in occasione della miniserie tv andata in onda ieri sera e mercoledi. Ci sarebbe tanto da riflettere.

Quale rapporto tra Giuseppe Moscati e i giovani ?
Nella vita del Prof. Moscati ci sono molti episodi che manifestano le relazioni tra lui e i giovani. Ne cito brevemente tre, senza commento, perché sono di per se stessi significativi.
- Quando il Prof. Francesco Pentimalli invitò Moscati a far parte della commissione che doveva organizzare l'assistenza ospedaliera, ricevette una lettera, che conserviamo, in cui si manifesta il disappunto per come vengono trattati gli alunni di medicina. Dice pressappoco: Ho creduto che fosse debito di coscienza istruire i giovani, aborrendo dall'andazzo (dice proprio così) di nascondere i risultati della propria esperienza. Eppure questi giovani in tutta Italia dovranno sollevare le sofferenze e rendere gloria all'Università di Napoli.
- Il Dott. Giuseppe Biondi era stato alunno di Moscati, ma questi non poté presenziare alla festa della laurea. Gli scrisse allora una lettera memorabile, in cui gli dice, tra l'altro, che diventando medico si era assunto la responsabilità di una "sublime missione". Deve, quindi, avere Dio nel cuore, ricordare gli insegnamenti dei genitori, avere pietà per i derelitti, essere sordo alle lodi, sempre disposto a fare il bene.
- Per i giovani alunni aveva un grande rispetto. In ospedale, visitando con loro gli ammalati o discutendo di qualche malattia, quando si accorgeva che qualcuno prendeva una cantonata, egli non lo riprendeva, ma con delicatezza esprimeva il suo parere, senza umiliare l'interessato.
In conclusione, il Prof. Moscati era l'amico dei giovani: li consigliava, li difendeva quando erano accusati ingiustamente e più volte faceva da compare di nozze, quando si sposavano. Un medico, il Dott. Alfonso Preziosi, ricordandolo, lo chiamava "il mio maestro e padre".

Diceva Moscati: "Ama la verità". Seguire la verità porta anche a sofferenze ed incomprensioni. Come Giuseppe Moscati, da uomo e da medico, si è "confrontato" con questa realtà ? 

"Essere "medico dei poveri", vuol dire avere un animo sensibile, essere disinteressato, non attaccato al danaro. Ma soprattutto amare veramente Dio.
Moscati aveva tutto questo. Durante la sua vita e soprattutto dopo la morte, innumerevoli furono le testimonianze ed i riconoscimenti del suo amore per i poveri. Si ricordi cosa scrisse, dopo la morte, una mano ignota nel registro posto alla porta di casa: "Il mondo ha perduto un santo, Napoli un esemplare di tutte le virtù, i malati poveri hanno perduto tutto".
Al mondo di oggi, dominato dall'egoismo, dalla ricerca del piacere, ottenuto a qualunque costo e, conseguentemente, dalla ricerca sfrenata del facile guadagno, Moscati potrebbe ripetere, prima di tutto, quanto diceva a una sua conoscente : "amiamo il Signore senza misura, vale a dire, senza misura nel dolore e senza misura nell'amore". Infatti, senza l'amore di Dio, non vi può essere l'amore del prossimo. Inoltre, ricorderebbe che "la vita è un attimo; onori, trionfi, ricchezza e scienza cadono, innanzi alla realizzazione del grido della Genesi, del grido scagliato da Dio contro l'uomo colpevole: Tu morrai! Ma la vita non finisce con la morte, continua in un mondo migliore".
Ai medici ricorderebbe prima di tutto che essi, seguendo la medicina, si sono assunta la responsabilità di una "sublime missione" e che "gli ammalati sono le figure di Cristo". Inoltre, direbbe ciò che scrisse al collega Giuseppe Borgia: "ricordiamoci di avere di fronte a noi, oltre che un corpo, un'anima, creatura di Dio". E, infine, ripeterebbe le memorabili parole, scritte al Dott. Antonio Guerricchio: " Non la scienza, ma la carità ha trasformato il mondo in alcuni periodi".

fonte: www.paoline.it