mercoledì 3 giugno 2009

In occasione di alcuni commenti che sono stati lasciati recentemente riguardo il dialetto meridionale e l'importanza che riveste o che ha rivestito in passato, abbiamo trovato qualche articolo interessante. Noi non siamo esperti di lingua e culture, ma ci aspettiamo le vostre critiche e le vostre precisazioni. Riportiamo solo quello che c'è scritto su alcuni siti. 

http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_napoletana

http://it.wikipedia.org/wiki/Dialetto_calabrese

15 commenti:

  1. Informazione molto importante. Ringraziamo.

    Comunque direi anche di riferire il libro che un ns caro paesano santonofrese ha scritto alcuni anni fa sul dialetto del vibonese.
    Per noi santonofresi, il libro e` fondamentale a capire veramente l'etimologia delle parole che usiamo nei nostri "paraggi", che e` molto diverso dal calabrese di altre zone.

    Sono stato ospite molte volte nella zona dei paesi della Gracaniche, ed e` bello sentire il dialetto calabrese di quella zona, dove il dialetto e` la lingua greca.

    Di nuovo apprezziamo informazione pubblicata, ma prego di dare spazio anche al libro del ns. amico santonofrese.

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  2. C'è un interessante articolo scritto da Palma Virdò su La Voce di Sant'Onofrio, rigurddo l'importanza del dialetto santonofrese. E' presente su La Voce di Marzo 2009 a pagina 9. Potete consultarlo anche online su questo sito cliccando sul menu de La Voce.

    Un altro bel libro in dialetto è stato scritto da Biagio Virdò dal titolo "DI NU MUNDU A N'ATRU" storia calabrese.

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  3. Grazie per i riferimenti. Ho letto l'articolo dei Palma Virdo`,,,,,,bellissimo ed interessante.

    Proprio in questo momento ho finito di leggere "Di Nu Mundu a N'Atru"......un'opera che dovrebbe essere letta da tutti i santonofresi dovunque essi si trovino. Eccellente su tutti i punti di vista.

    Ma quando parliamo di dialetto santonofrese e l'etimologia di esso, bisogna assolutamente leggere il libro del ns caro amico Prof. Fuscà. Non so perche` Admin non ha voluto menzionare ancora questo "vocabolario" del dialetto vibonese. Per capire molte sostantivi santonofresi e da dove derivano, bisogna consultare il libro di Fuscà.

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  4. A volte non menzioniamo le cose per due motivi. Il primo è perchè magari non siamo a conoscenza di tutti i libri o eventi che ci sono. Il secondo è per stimolare i visitatori a partecipare attivamente. In questo caso la mancanza era dovuta al primo motivo e ce ne scusiamo.

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  5. Senza nome ed anti idiozia5 giugno 2009 alle ore 23:27

    Salvatore Spano'. Complimenti per il commento.
    Concordo molto sul fatto che bisogna assicurarsi che la lingua locale non vada perduta e che allo stesso tempo la lingua franca di uno stato venga assimilata anche se penso sia un po' difficile bilanciare le due cose senza causare degli opposti estremi dove ci sono individui che parlano solo il dialetto ed altri che parlano solo l'italiano. Putroppo non e' facile cautelare la conservazione di una lingua quando in tanti casi e' ancora quella che prevale mentre in molti altri sta andando persa...

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  6. Il libro e` stato scritto dal nostro collega santonofrese, Prof. Domenico Fuscà con la collaborazione di Rosa Fuscà e Laura Fuscà un 7-8 anni fa, dal titoto: "Retaggio del Francese nel Vibonese". Il Fuscà cerca di dare un'importanza diretta all'influenza del Francese sul dialetto vibonese che naturalmene include il santonofrese. La prima parte del libro e` anche molto interessante dove ci da un resoconto storico. Questo libro e` stato presentato anche qui in north america alcuni anni fa.

    A Salvatore suggerirei anche di leggere (se ancora non l'ha fatto) il libro recentemente scritto da Biagio Virdo` di Toronto, tutto in dialetto santonofrese. Una bellissima storia della vita comune di noi santonofresi sparsi per il mondo. Il dialetto scritto da Biagio, di nuovo secondo me, e` prettamente santonofrese, un piacere a leggere.

    Darei altri commenti in altri occasioni, ma per il momento vorrei aggiungere che trovo grande soddisfazione quando visito alcune città in Italia (specialmente al nord) dove si sente soltanto il dialetto locale fra la gente invece della lingua italiana. Questo da piu` vita e piu` "sense of belonging". Ultimamente quando faccio qualche scappatina in paese, anche a Sant'Onofrio sento almeno fra "noi vecchietti" piu` calabrese di quello che sentivo 25-30 anni fa, e questo mi fa anche piacere. (Non so se questi nostri paesani parlano sempre il calabrese fra di loro oppure lo usano perche` parlano con me che uso sempre il calabrese)

    Di piu` ti diro` (senza nessun vanto personale) che la prima settimana di luglio saro` a Paola per partecipare ad una presentazione sul fenomeno dell'immigrazione in Calabria durante i secoli e l'influenza di questi popoli sul linguaggio locale (nelle zone della Sila); la seconda settimana saro` a Marino Laziale (Roma) dove si tratta piu` o meno dello stesso argomento, ma sull'immigrazione di recente; e poi la terza settimana di luglio saro` sulla Locride e sulla zona Grecanica, dove partecipero` ad una presentazione sull'influenza del greco in quest'angolo della Calabria. Due settimane fa ero a Bassano del Grappa e a Trieste. Come vedi, un interessamento in tutta Italia, ed e` bello a vedere e sentire.

    Comunque possiamo approfondire il discorso in altre occasione......nel frattempo un saluto e good luck.

    E per finire, quasi mezzo secolo fa un certo Paolo Spano` era nella mia classe con il Prof. Lattari,,,,chissa` se sia un tuo parente.

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  7. mea culpa......forse si chiamava Saro Spano`?

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  8. Gentile Proud, grazie intanto a melissandra.it che offre l'opportunità di scambi. Sono interessato a reperire il libro e gradirei avere gli estremi della Casa Editrice.
    Da quanto dici, intuisco che il lavoro sul dialetto e i vari linguagggi (direi idiomi), fanno parte preponderante dei tuoi interessi professionali. Gradirei saperne di più, se possibile.
    Per quanto riguarda i trascorsi dell'infanzia, sono fratello di Paolo, da poco insegnante in pensione, che abita al paese.
    Cordiali saluti e buona estate prossima, ovunque sia.

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  9. Retaggio del Francese nel Vibonese di Domenico Fuscà
    (I francesismi di casa nostra)

    Presentazione di Pasquale D'Agostino

    Edizioni Mapograf

    Stampato nel mese di ottobre 2000 dalla Mapograf Srl di Vibo Valentia

    Good luck.....

    Ricordo molto bene tuo fratello, anzi a volte abbiamo fatto delle "chiacchierate" piacevoli durante le mie scappatine al paese.

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  10. grazie proud per i riferimenti: spero di poterlo visionare almeno tramite prestito bibliotecario nazionale. Vorrei inoltre menzionare un sito di pizzo calabro in cui vi è un DIZIONARIO NAPITINO interessante. Ad ogni modo ho potuto constatare girando tra siti della zona vibonese quanto di comune abbiano i dialetti della cosiddetta zona del PORO, a dimostrazione del ceppo unico dialettale. Tale ceppo, comprendente il napitino (dialetto pizziatano), pur conservando quasi identica terminologia, ha tuttavia diversità di significato, tipica dell'ambiente non particolarmente omogeneo: Mi riferisco, ad esempio ad un stessa terminologia, per esempio nel dialetto pizzitano, che però ha diversa significazione in quanto parte di contesto marinaro.
    Ancora fùgrazie e saluti.

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  11. Daro` anch'io uno sguardo al Dizionario Napitino. Grazie.
    Siccome partiro` fra giorni per l'Europa, non avro` modo di partecipare a Melissandra a mio agio. Se hai l'opportunità di trovare una copia (sono 4 volumi) del libro "La Diversità Arbereshe" di Damiano Guagliardi pubblicato della'Amministrazione Provinciale di Cosenza (Assessorato Cultura)nel 2003, troverai la formazione, la storia, l'insediamento della comunità albanese in Calabria. Quindi un calabrese tutto particolare diverso in tutti i sensi. L'altro calabrese un po particolare, oppure niente a che fare con il Calabrese, e` il dialetto della Grecanica, nella zona di Bova. Infatti il loro dialetto e` un insieme di greco con battute nostrane. Son sicuro che troverai questi dialetti molto interessanti e troverai anche che queste comunità fanno del tutto per mantenere vivo il loro linguaggio dialettale.
    Come e` stato riferito in questo blog di Melissandra, il vero calabrese "stretto" "stretto", quello duro e quello classico, e` ancora vivo e lucido, ma si puo` soltanto "assaggiare" nelle viuzze di Buenos Aires, New Jersey, Raditan, Toronto, Sydney e molte altre città nei vari continenti dove si son trasferiti molti nostri paesani durante il secolo scorso.
    Saluti e buon lavoro.

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  12. Per Proud : bene, vedo che ti sei sbilanciato ed avevo intuito che i riferimenti di cui parlavi non erano casuali. Conosco parzialmente, frammentariamente la questione degli insediamenti della comunità albanese in calabria e la loro lingua arbereshe .Mi è capitato di curiosare relativamente al dialetto grecanico, anche perchè tra i miei trascorsi formativi c'è la lingua greca. Affascinante tutto ciò che si riesce a collegare alle origini linguistiche. Vi è un volume di un certo Russo, circa gli influssi greco latini nel dialetto latronico (Lucania), volume che ho trovato in pdf cliccando sul sito della regione basilicata. Prova. E' ricchissimo di riferimenti greci e latini, ed ho avuto la sensazione di essere lavoro qualificato.
    Buon viaggio e buon lavoro

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  13. p.s Abbiate pazienza per l'italiano un pò approssimativo: sono appena tornato dal lavoro. Di nuovo.

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